22 Giu IL LINGUAGGIO DEL CORPO NEI COLLOQUI DI LAVORO
Il linguaggio del corpo influisce sul nostro interlocutore condizionandone lo stato d’animo e le reazioni. La potenzialità espressiva del corpo non deve essere dunque sottovalutata, specialmente quando siamo alle prese con un colloquio di lavoro, perché ha la capacità di influire sul selezionatore, anche inconsciamente, impattando sul suo giudizio.
Quali sono gli “errori” da evitare nella comunicazione non verbale?
Sicuramente, è bene ricordare che ogni eccesso è dannoso, anche nella comunicazione. Con un po’ di pratica e di concentrazione, è possibile controllare la nostra sfera emotiva e, seguendo alcuni semplici consigli, conservare un’immagine positiva di se durante l’incontro con il selezionatore. Ecco dunque i suggerimenti di Tempjob:
- POSTURA
E’ l’aspetto più rilevante nel linguaggio del corpo, poiché determina “l’impressione generale” che diamo i noi stessi. Quando si prende posto al tavolo di un selezionatore, è bene farlo in maniera composta assumendo una posizione rilassata e naturale. Sedersi a schiena dritta, è indice di sicurezza ed apertura. Al contrario, curvare la schiava in avanti trasmette chiusura ed insicurezza, mentre portarla eccessivamente all’indietro comunica eccessiva confidenza e presunzione.
- BRACCIA
E’ ormai cosa nota che tenere le braccia incrociate sul petto è indice di chiusura. Questa posizione può essere legata alla timidezza; tuttavia il nostro interlocutore percepirà anche un atteggiamento difensivo e poco incline ai consiglio, alle proposte o al confronto. Il nostro suggerimento è di poggiare le braccia sul tavolo, facendo anche attenzione ai movimenti delle mani, come vedremo nel punto successivo.
- MANI
Dal movimento delle mani, o dalla loro posizione, è possibile intuire molto circa lo stato d’animo di un interlocutore. Tuttavia, per chi – come noi italiani- fa della gestualità un punto fermo della propria comunicazione, non è semplice prestare particolare attenzione a questo aspetto: mettersi le mani in tasca trasmette la sensazione di voler nascondere qualcosa, incrociare le mani sulla nuca indica impazienza; mangiarsi le unghie da l’idea di essere nervosi e insicuri, mentre nascondere le mani sotto il tavolo trasmette passività e timore. Da evitare anche il contatto con volto: toccarsi ripetutamente il viso, portando le mani al naso o alla bocca, è un atteggiamento assimilabile ad un tic nervoso, che denota agitazione incontrollata al pari di chi gioca con la barba, i capelli o sistema ripetutamente gli occhiali.
Semaforo rosso anche per chi è abituato a tamburellare sul tavolo o a giocare con le biro, distraendo e infastidendo l’interlocutore.
- EVITARE LE BARRIERE
Parliamo di oggetti come borse, cartellette, ventiquattrore o zaini. Vi è mai capitato di tenerli sulle gambe durante un colloquio? Se lo avete fatto, è probabile che abbiate sentito l’esigenza inconscia di frapporre una barriera fisica tra voi e l’interlocutore, tradendo insicurezza e desiderio di difesa. Il rischio secondario è poi quello d’impaccio nei movimenti, risultando goffi e maldestri.
- SGUARDO
Attraverso gli occhi si comunica molto e la direzione del proprio sguardo influisce in maniera fondamentale nel percepito dell’interlocutore. Guardare costantemente verso il basso, di lato o verso oggetti e persone che non partecipano al dialogo, può trasmettere insicurezza o disinteresse verso l’interlocutore. D’altro canto, fissare eccessivamente il selezionatore può risultare altrettanto controproducente. Per dare l’idea di essere attenti e rispettosi, è bene sostenere il suo sguardo mentre ci parla e spostarlo altrove di tanto in tanto.
- ANNUIRE
Come per altri aspetti della comunicazione non verbale, l’eccesso è controproducente. Se l’intenzione è dimostrarsi attenti ed educati verso chi ci parla, è sufficiente annuire di tanto in tanto. Farlo insistentemente rischierebbe di risultare fastidioso e inopportuno.
- MOVIMENTI DEL CORPO
Provare un po’ d’ansia e di nervosismo, soprattutto quando si ripongono molte aspettative nel colloquio che si sta per affrontare, è del tutto normale. Pertanto, è opportuno ricordare che “non si ha una seconda occasione per fare una buona prima impressione”. Cambiare continuamente posizione, accavallare le gambe alternativamente in maniera frenetica, muoversi sulla sedia… sono comportamenti che lasciano trasparire il vostro stato d’ansia. Ricordate che il selezionatore non vi conosce e che, quindi, l’eccessiva agitazione rischia di pregiudicare l’andamento del colloquio.
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