Il colloquio comportamentale: cosa è e come rispondere efficacemente alle domande.

Il colloquio comportamentale: cosa è e come rispondere efficacemente alle domande.

Sentiamo spesso dire che cercare un lavoro è un lavoro.

Dunque è bene prepararsi adeguatamente ad ogni step di questo percorso, senza sottovalutare l’importanza del colloquio di selezione preliminare. Quando si è convocati dal recruiter significa che la propria candidatura ha già “superato” la prima fase, quella dello screening, durante la quale gli addetti alla selezione individuano i cv ritenuti più idonei rispetto alla Job Description fornita dal committente. E’ un momento cruciale da cui può scaturire un secondo colloquio, direttamente in azienda.  Alcune domande seguono molto spesso una struttura predefinita, come la richiesta di auto presentazione, l’elenco dei punti di forza e di debolezza, ma anche il racconto della propria storia lavorativa.

Per distinguersi non è necessario strafare, col rischio di risultare spocchiosi, ma è bene tenere in considerazione alcune strategie utili e che possono aiutarvi a fornire risposte complete e dettagliate, dandovi un certo vantaggio.

Quando un selezionatore vi rivolge domande che iniziano, ad esempio, con “Descriva una situazione in cui ha dovuto…”, “Che tipo di responsabilità aveva…”; “Che strategia ha adottato per…” o si interessa a come è stato raggiunto un risultato, siete probabilmente coinvolti in un colloquio comportamentale.

State tranquilli, non è nulla di complicato. Si tratta semplicemente di una tipologia di colloqui che ha due finalità principali: cercare di comprendere il carattere di una persona, attraverso i suoi atteggiamenti in situazioni specifiche; e tentare di individuare le sue attitudini in riferimento ad eventi e situazioni accaduti in passato.

Lo scopo? -Forse lo avrete intuito- è analizzare le soft skills nel tentativo di valutare se quest’ultime sono in linea con quelle richieste nella job description.

Il colloquio comportamentale mira infatti a valutare la vostra capacità d’interazione, il vostro grado di flessibilità e adattabilità, la vostra capacità di organizzazione e gestione del tempo e, non meno importante, il vostro spirito d’iniziativa e motivazione.

Il colloquio comportamentale si basa sul “metodo STAR”, che prende in considerazione quattro elementi: situazione, compito, azione, risultato. Chi conduce il colloquio, cercherà di indirizzare le vostre risposte verso questi ultimi. Il vostro compito sarà semplicemente quello di anticiparlo, mettendo in mostra la vostra esperienza in maniera obiettiva, argomentata e dettagliata. Infatti, tanto più eviterete risposte vaghe o scarsamente supportate da esempi e fatti, tante più saranno le vostre probabilità di successo.

Ecco i nostri consigli su come articolare le risposte attraverso il metodo SMART:

Situazione: raccontate la vostra storia. Per farlo, descrivete il contesto ed aiutatevi pensando al tipo di progetto (o problema) che stavate affrontando, con chi e dove. Cercate di ricordare anche in quale periodo eravate ed il tempo a disposizione per portarlo a termine.

Compito: solitamente si riceve una domanda specifica circa il proprio ruolo in una determinata situazione. E’ bene focalizzarsi su ciò che si è fatto, piuttosto che su quanto svolto dal gruppo di lavoro con cui si collaborava. Cercate di mettere in risalto gli aspetti determinanti del vostro contributo.

Azione: è probabilmente l’aspetto più rilevante nella tecnica Star, perché è indirizzato ad individuare il percorso che avete scelto per raggiungere il vostro obiettivo. Ricordate di descrivere le vostre azioni, pertanto è necessario parlare in prima persona e non di ciò che è stato fatto con gli altri. In questa fase è molto importante descrivere tutti passaggi, spiegare quali valutazioni sono state fatte e motivarle, facendo attenzione ai dettagli ed utilizzando un linguaggio chiaro e comprensibile al selezionatore (è sconsigliato l’uso di acronimi o di un linguaggio strettamente legato all’ambiente di lavoro dove ha avuto luogo l’esperienza).

Risultato: deve essere misurabile e possibilmente quantificabile in cifre. Chiaramente, dovreste parlare di un risultato positivo, come l’aumento delle vendite o del fatturato, senza dimenticare di comunicare al selezionatore che tipo di esperienza avete imparato da quell’episodio.

colloqui di lavoro

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